Al NEXT di Capaccio Paestum cala il sipario sulla seconda edizione della Rassegna del patrimonio immateriale della Campania. Obiettivo: valorizzare il ricco patrimonio della regione iscritto nella lista del “Patrimonio culturale e immateriale UNESCO”.
La Rassegna è stata organizzata e finanziata dalla Regione attraverso la società Scabec – Società Campana beni culturali. Particolare attenzione è stata posta al mondo delle pro loco attraverso l’associazione di promozione sociale UNPLI – Unione nazionale delle pro loco d’Italia. Con il presidente Unpli Campania, Luigi Barbati, i presidenti provinciali Pietro D’Aniello (Salerno), Raffaele Capagnone (Caserta), Giuseppe Silvestri (Avellino), Renzo Mazzeo (Benevento) e Gino Coppola (Napoli), si è svolto un fruttuoso confronto con al centro le azioni delle pro loco volte al recupero dei beni immateriali locali e all’attività di promozione che svolgono sul territorio.
Il fitto programma di attività è stato aperto dall’assessore regionale al turismo, Felice Casucci che si è fatto testimone dell’importanza delle pro loco nel mondo associativo. Lo conferma il 22% di finanziamenti che la Regione Campania ha stanziato nell’ultimo bando e destinato proprio alle pro loco. Rosanna Romano, direttore generale per le politiche culturali e il turismo della Regione Campania, ha affermato: “non stiamo erogando risorse; stiamo valorizzando, riconoscendo e legittimando, con l’intento di creare la comunità dei beni immateriali. In questo modo ci stiamo impegnando a cambiare il volto della nostra società”. “L’Unpli e le pro loco sono diventate involontariamente protagoniste dell’intera Rassegna dei beni immateriali – ha spiegato il presidente provinciale Unpli, Pietro D’Aniello -. La dottoressa Romano ha sottolineato l’importanza dell’Unpli e del lavoro da loro svolto sul territorio.
L’assessore al turismo della Regione Campania, ha finalmente parlato del veto incomprensibile che fino a qualche mese fa condizionava i rapporti tra Regione e pro loco. Ciò che è accaduto nella rassegna è la chiave di volta che permette alle pro loco di continuare il proprio lavoro e conferma come la comunità dei beni immateriali, da sempre oggetto di studio e di recupero da parte delle associazioni territoriali, sia un patrimonio da coltivare, e da far conoscere e trasmettere, evitando così di perdere tradizioni che raccontano la storia dei nostri territori”.