Senza fissa dimora, per le strade della Campani si muore nell’indifferenza

Le persone senza fissa dimora non muiono solo d’inverno. Infatti, nonostante i decessi si concentrino nel periodo invernale, le persone senza un luogo dove dormire e alloggiare sono in pericolo di vita tutto l’anno. A dimostrarlo sono i dati diffusi dalla Federazione Italiana Organismi per le Persone Senza Dimora (Fio.PSD.), un’associazione che assiste e documenta il fenomeno della grave emarginazione.

In Campania, secondo la Federazione, tra il 2021 e i primi mesi di quest’anno, sono morte 24 persone senza fissa dimora. Tra le cause non c’è soltanto il freddo: la maggior parte dei decessi avviene per incidenti, violenze, suicidi e motivi di salute.

Napoli è la città dove si registrano il maggior numero di vittime. Seguono Salerno e Castel Volturno.

In alcune città si sta provando a fare qualcosa per arginare il problema, ma spesso si tratta di soluzioni emergenziali, senza una prospettiva di recupero e di reintegrazione. Lo sa bene l’avvocato Claudia Pecoraro, coordinatrice della sede salernitana dell’associazione nazionale Avvocato di strada, avendo più volte sottolineato la mancanza di azioni risolutive. «Le politiche sociali sono complesse per i senzatetto e non possono essere pensate con il solito approccio emergenziale. Servono luoghi che accolgano donne e uomini anche nelle ore diurne e che gli interventi non restino un’azione organizzata solo dai volontari delle realtà presenti in città», ha spiegato Pecoraro, a proposito di Salerno, nell’articolo “I senzatetto nella città delle Luci d’Artista” pubblicato sul nuovo numero del magazine Il Sole & le Nuvole appena uscito.

Al di là dei ripari temporanei, poi, il problema dei senza dimora è strutturale e come tale va affrontato. A cominciare dai diritti. Alle persone che vivono per strada viene negato l’accesso a servizi fondamentali come la salute e l’assistenza sociale. Non possono rinnovare il permesso di soggiorno e neppure accedere ai sussidi economici. Insomma, oltre al danno anche la beffa.

Foto di Brett Sayles

 

 

 

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