“Fuori dal buio” e fuori dall’anonimato per gli scrittori in erba coordinati dalla giornalista Cecilia Marzotti.
Il frutto del lavoro composto a più mani da un gruppo di detenuti della Casa Circondariale di Siena è edito da Futura e nato con l’intento di sperimentare il metodo della scrittura industriale collettiva (SIC).
Alberto, Carmelo, Mimmo, Pippo, Adel, Emanuele ed il bibliotecario del carcere hanno dato vita ad una rete comunicativa che ha sostituito la classica divisione dei compiti con la cooperazione: a metà tra realtà e finzione, il libro racconta l’incontro casuale di quattro uomini tutti apparentemente vittime di un inevitabile destino da cui, alla fine, riescono riscattarsi.
“La scrittura in carcere -ha affermato il direttore del carcere Sergio La Montagna– assume una valenza, a mio parere, terapeutica, oserei dire catartica: attraverso di essa i detenuti hanno l’opportunità di raccontare, ma soprattutto di raccontarsi. Spesso lo fanno per rimuovere il loro passato, per chiuderlo in un cassetto e nel contempo per dar voce alle proprie ragioni. Anche in carcere è quindi possibile creare un tempo ed uno spazio in cui prendere la parola e coscienza della propria esistenza. Iniziative come quella del carcere da me diretto e che fioriscono in tanti istituti della pena della Repubblica hanno lo scopo precipuo di fare luce su una realtà troppo spesso dimenticata; servono a ridare dignità a persone che si avvalgono anche della scrittura per dare un senso al tempo della pena“.