“Conosco due Scampia: quella che raccontano gli altri e quella reale”. Inizia così Silvia. Lei e Melania sono nate e cresciute nel quartiere napoletano, noto a tutti per una serie di fatti di cronaca.
Loro però rappresentano l’altra faccia di Scampia, quella che non trova spazio sui giornali, quella pulita, che cerca un riscatto dall’immagine che le hanno cucito addosso.
“A volte ti sembra che non ci sia una via d’uscita, non hai stimoli e così perdi fiducia in te stessa” Silvia parla del suo percorso, di un momento di crisi e della voglia di abbandonare la scuola a soli 16 anni.
Anche Melania affronta un periodo simile, lei di anni ne aveva 14: “Per un periodo ho avuto intorno delle persone che invece di farmi capire cosa fosse giusto e cosa sbagliato, mi facevano pensare che ero io ad essere sbagliata”.
Poi però basta poco, qualcuno che crede in te, che ti supporta, e tutto può cambiare.
Per Silvia e Melania sono stati i genitori, che non avendo potuto studiare, hanno sempre spinto le figlie all’indipendenza. E poi è stata Marta, la loro docente, che oltre a insegnare Lettere ha insegnato loro a fare i conti con le proprie sfide e a darsi degli obiettivi.
Oggi Silvia ha 17 anni e Melania 18. Sono compagne di scuola, prossime alla maturità.
La prima è estroversa, le piace chiacchierare e condividere le sue idee, la seconda è più chiusa, riflessiva.
Silvia ama il suo quartiere, a Melania non piaceva, finché non ha capito che può avere un’altra possibilità, esattamente come l’hanno avuta loro. “Prima volevo cambiare il posto, ora cambierei il modo in cui Scampia è percepita da fuori. A volte quando dico che vengo da qui mi prendono in giro. Qualche volta sorrido, ma ci rimango male, è come se la società ti volesse solo in un modo per essere accettato”.
La scelta: impegnarsi per migliorare Scampia grazie a due percorsi distinti
E così Silvia e Melania decidono di valorizzare Scampia, a modo loro. Tramite Marta accedono a due percorsi UNICEF, NEET EQUITY e UPSHIFT.
Percorsi laboratoriali che hanno consentito alle ragazze di riflettere sui problemi del loro territorio e cercare una soluzione concreta: un posto di aggregazione per ragazze e ragazzi e un calendario di attività culturali da promuovere, per consentire al quartiere di riappropriarsi e dare nuova vita ai suoi spazi.
“Finalmente ho sentito che eravamo ascoltate, che le nostre idee potevano davvero realizzarsi – dice Silvia – Mi reputo fiera del mio percorso. Oggi ho più obiettivi, interessi, è passato poco tempo ma sento di essere cresciuta tanto”.
Un lavoro di squadra, gestito da un team tutto al femminile.
“È una delle cose più belle del nostro gruppo il cambiamento è possibile e noi siamo proprio l’esempio pratico” raccontano entrambe.
Progetti per il futuro
Silvia adora studiare, sogna di fare economica e di diventare magari una professoressa, come Marta, che l’ha ispirata lungo tutto questo percorso.
Melania ama leggere, vuole diventare infermiera e lavorare a servizio di chi ha bisogno nella sua città e nel suo quartiere.
“Scampia è una zona per molti versi difficile, è vero, ma tutti ne conoscono un lato solo” dicono le ragazze.
Silvia e Melania, così come docenti come Marta, sono l’altra faccia di Scampia.
Per approfondire
NEET EQUITY è un programma promosso dal Comitato Italiano per l’UNICEF di prevenzione e contrasto al disagio giovanile, si articola in laboratori di ricerca e partecipazione con l’obiettivo di migliorare la capacità del territorio nel costruire politiche attive partecipate a favore della inclusione dei giovani NEET.
UPSHIFT è invece il percorso di educazione all’imprenditorialità condotto dall’UNICEF – Ufficio per l’Europa e l’Asia Centrale – in collaborazione con JA Italia, rivolto a italiani, nuovi italiani, migranti e rifugiati. I partecipanti sono stati chiamati a riflettere su un problema comune e a cercare una soluzione positiva per sé e per la comunità in cui vivono.
Il programma è stato inserito tra i modelli che saranno sperimentati nell’ambito del Child Guarantee, per il contrasto alla povertà e all’esclusione sociale di bambini, adolescenti e giovani in condizioni di vulnerabilità.
Fonte: Unicef