La costruzione ebbe inizio nel 1240 e si sviluppò in 3 fasi, fino ad arrivare alla fase finale, nel 1443, dell’attuale chiesa di San Francesco del Prato, un progetto che, nel tempo, subì successivi ampliamenti, fino a raggiungere le dimensioni attuali. Il campanile, opera di Bernardino Zaccagni, venne costruito successivamente tra il 1506 e il 1520.
Successivamente, nel 1804, le truppe militari francesi occuparono la maestosa struttura, cacciando la comunità dei frati francescani e distruggendo tutte le bellezze architettoniche e artistiche che ne facevano parte: l’altare maggiore, le cappelle, il coro ligneo finemente intagliato, le tele.
I magnifici affreschi furono ricoperti da cemento grezzo, al posto delle finestre trecentesche ne furono costruite altre con grate di ferro, così come fu distrutto anche il pronao.
Il convento fu utilizzato come carcere fino al 1992 e restituito all’Ordine Francescano dal 1974 al 1993, L’intero compendio ex – carcere venne poi trasferito all’Università di Parma che contribuì al suo recupero e utilizzo.
Nel dicembre 2017, l’Università di Parma ha riconsegnato la chiesa all’Agenzia del Demanio, e la Diocesi, nel febbraio 2018, ha ottenuto la concessione d’uso. Immediatamente, sono iniziati i lavori di restauro, cancellando, cosi, di fatto, le tracce del carcere, con la demolizione di pareti, celle e solai. I lavori in corso restituiranno la chiesa al culto, non dimenticando le ferite che il carcere aveva inflitto.
L’imponente lavoro di recupero e restauro, che avrebbe dovuto essere ultimato alla fine del 2020, è ancora in corso, perché è stato più volte interrotto a causa della pandemia. I lavori procedono a ritmi più lenti ma è più forte che mai l’intento di riportare alla luce San Francesco del Prato in tutta la sua bellezza, impresa possibile grazie al contributo di sponsor e cittadini.
Il quasi completamento dei lavori di restauro dovrebbe avvenire entro il mese di aprile 2021, perché il 2 maggio la chiesa verrà riconsacrata. Secondo alcune voci, e come tutti sperano, sarà proprio Papa Francesco a ridare la consacrazione ufficiale.
Prima della pandemia e anche durante questo periodo critico, la chiesa è sempre stata molto attiva e oggetto di numerose visite guidate. Inoltre, nel periodo natalizio, sono state installate al suo interno ulteriori illuminazioni, che hanno permesso ai visitatori di ammirarne ancora di più la bellezza, come il magnifico rosone centrale portato al suo antico splendore.