Cure dimezzate per le persone con disturbi psichiatrici. Lo rivela un’analisi che sarà illustrata dalla Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (Siep) nel corso dell’audizione in programma per oggi in Commissione Affari Sociali della Camera.
I Dipartimenti di salute mentale presenti sul territorio sono in grado di fornire solo il 55% dell’assistenza necessaria.
Dalla depressione grave alla schizofrenia, dalle psicosi al bipolarismo, a soffrire di gravi disturbi psichiatrici, a seconda delle stime, sono alcuni milioni di persone in Italia.
Di queste, oltre 800mila sono in cura presso i Dipartimenti di salute Mentale delle Aziende Sanitarie locali.
Tra consulenza, cura e presa in carico, il loro fabbisogno di assistenza al mese è pari a oltre un milione e 200mila ore. Sulla base del Rapporto sulla Salute Mentale del Ministero Salute a essere effettivamente impegnati nelle attività territoriali erano 4.696 medici psichiatri e 1.058 psicologi, per una capacità assistenziale al mese di 677.580 ore, a fronte delle circa 1,2 milioni necessarie.
La riduzione di psicologi e psichiatri osservata negli ultimi anni, “dovuta al blocco del turn over e alla carenza di medici specialisti – ha commentato il presidente Siep Fabrizio Starace, componente del Consiglio Superiore di Sanità (Css) – ha determinato una riduzione sempre maggiore della capacità di presa in carico da parte dei servizi pubblici, con il conseguente aumento di utenza nelle strutture e specialisti privati”. Il tutto, conclude l’esperto, “senza considerare i milioni di persone che, ai servizi di salute mentale, non arrivano neppure a rivolgersi”.