Una lacrima che scende da un occhio azzurro che viene attraversato dal viaggio di una colomba, disegnato con il colore bianco, che trasporta la lettera ‘A’ dalla parola ‘war’ a ‘peace’. Si chiama proprio ‘Peace’ l’opera dell’artista Jorit che invoca la pace e la convivenza civile tra i popoli, realizzata su una grande parete del plesso di via Pietro da Acerno del liceo ‘Sabatini Menna’ a Salerno. “L’occhio è quello di tutti. Guardiamo con stupore e quasi con un po’ di paura tutti gli eventi che sembrano molto più grandi di noi”, spiega l’artista nel giorno dell’inaugurazione dell’opera che rientra nel progetto ‘Right between the eyes’ che la Fondazione Jorit sta realizzando grazie al finanziamento della Regione Campania attraverso il programma Fesr. “La parola pace – dice poi l’artista – è semplice. Però, racchiude un mondo, un mondo finalmente liberato dalle guerre, un mondo che ha capito la lezione della Seconda Guerra mondiale e di tutte quelle che si sono susseguite. Invece, purtroppo, sembra che ricadiamo sempre negli stessi errori”. “Ancora adesso – ricorda – la diplomazia non è riuscita a risolvere queste grandi problematiche”. Per Jorit, “c’è bisogno di cultura, di studio perché è l’unico modo per capire le ragioni della guerra e per evitare che succedano. Quando si censura un grande autore o quando si inizia ad entrare in una spirale di odio e di incomprensione, le guerre non finiranno mai. Quando si comincia a capire perché’ succedono e a capire le culture diverse, allora si può avviare un percorso di pace”. “La scuola pubblica dovrebbe coinvolgere i ragazzi e uscire dalle aule, fare progetti che io avrei voluto tanto fare alla loro età ma che purtroppo non c’erano quando io frequentavo la scuola. Io ho frequentato, a Quarto, la scuola elementare Giovanni Falcone e lì c’era un bellissimo murale di Felice Pignataro, un grandissimo artista campano che ha realizzato tante opere in giro. Guardando quel murale ho iniziato a dipingere anche io”, ha dichiarato l’artista in occasione dell’inaugurazione della sua opera “Peace”. “Mi piacerebbe proprio l’idea – ha aggiunto Jorit – che molti ragazzi, ispirandosi ad opere che vengono fatte oggi, non devono per forza diventare artisti ma possono iniziare a porsi delle domande, ad interessarsi all’arte. La cultura e l’arte elevano le persone, elevano la qualità della vita di tutti. Questo progetto consiste in corsi fatti in oltre quindici istituti della regione con tre esperti di street art. Finalmente la street art, l’arte urbana, viene considerata per quello che io ho sempre pensato che fosse, ovvero un’arte di tutto rispetto e prestigio come anche l’arte contemporanea. Magari quella nei musei non viene, a volte, neanche capita dalle persone. L’arte di strada, invece, credo sia anche più accessibile, più diretta e i ragazzi stanno anche rispondendo molto bene”.