La probabilità di incontrare un giovane tra i 18 e i 24 anni che non abbia conseguito titolo superiore alla licenza media è doppia a Napoli (22,20 per cento) rispetto a Milano (10.60 per cento). E’ il dato che emerge dal progetto di ricerca, di cui è coautrice la ricercatrice della Bocconi, Giovanna Marcolongo, nel corso della giornata d’apertura della conferenza annuale promossa dal Dipartimento di Scienze Sociali e Politiche dell’Università Bocconi con la collaborazione scientifica del Dipartimento di Studi aziendali ed economici dell’Università Parthenope.
L’abbandono scolastico, dunque, si configura come una piaga “ancora troppo evidente in Italia e particolarmente in Campania”. Dati Istat mostrano che nel 2019, già prima del covid, la quota di giovani che uscivano prematuramente dal sistema di istruzione dopo aver conseguito la sola terza media (early leavers) era del 13,3 per cento in Italia e del 17,2 per cento in Campania. Il covid ha peggiorato la situazione: nel 2020 la quota di studenti early leavers è salita al 14,2 per cento in Italia e al 19 per cento in Campania, mentre nel 2022, post covid, si è registrato un miglioramento con il tasso di abbandono che è sceso rispettivamente all’11,5 per cento e al 16,1 per cento. “La scuola gioca un potente ruolo di equalizzatore sociale poiché riduce il divario di apprendimento tra bambini e ragazzi di livello socio-economico diverso – ha sottolineato il direttore del Dipartimento di Scienze sociali e politiche dell’Università Bocconi, Vincenzo Galasso – e questo è particolarmente vero in contesti, come quelli di alcune zone di Napoli e della Campania, caratterizzati da un tessuto socio-economico fragile in cui i giovani non hanno alle spalle una famiglia con un livello di istruzione elevato in grado di fornire ai ragazzi stimoli produttivi per l’apprendimento” (ANSA).