Amore, visione, miracolo. Parole chiave che hanno contraddistinto l’edizione numero 54 del Giffoni Film Festival. E sono state urlate, ribadite, con forza dal palco della sala Truffaut durante la cerimonia finale e di premiazione.
Piegarsi, cadere, rialzarsi guardando a quell’illusione della distanza come l’astratto che non si concretizza come qualcosa da annullare per intrecciare le mani, diventare più forti nel ritornare “in piedi” nonostante gli ostacoli e le difficoltà. Poi l’entusiasmo, le emozioni, rompere gli argini e piangere di commozione, esplorando interiormente, con uno sguardo attento sul mondo. Giffoni Film Festival non finisce mai perché quello che comincia qui migliora davvero il mondo. Come una fiamma sempre accesa che neanche l’uragano può domare ma soltanto alimentare: da quest’anno si è accesa – come novità – anche quella dello sport.
E’ la purezza degli occhi dei più piccoli, la trasparenza di chi vuole capire meglio quel che circonda e soprattutto camminare verso il futuro a passo spedito, a grandi falcate. Numeri, dati, vincitori ma anche emozioni e magia che si rinnova. Oltre 355 articoli pubblicati sui principali quotidiani, 1847 articoli sul web, 369 servizi televisivi. Ma quelle che contano sono le presenze, l’umanità che si respira in ogni angolo del #Giffoni54: 5mila juror da 33 nazioni diverse, oltre 300mila presenze in dieci giorni, 130 film in concorso, oltre 300 ospiti distribuiti nelle varie sezioni con una novità che ha trasformato tutto in straordinarietà nell’ordinario: la Sport Arena con 1500 presenze giornaliere per il #GiffoniSport. I numeri sono stati affidati al direttore generale Jacopo Gubitosi, le emozioni al direttore artistico Luca Apolito che hanno curato e coccolato come una creatura straordinaria il festival. Per la parte istituzionale era presente il vicepresidente della Regione Campania, Fulvio Bonavitacola che ha ribadito che questa edizione è avvenuta grazie al supporto di palazzo Santa Lucia che ha finanziato in gran parte l’evento: “Ho visto il gioco della parola. Avrei partecipato e avrei detto ‘visione’. Giffoni è questo. Quando nel 1971 un visionario munito solo di una sua idea, senza avere alle spalle poteri finanziari, politici, potentati, banche o multinazionali, decise di impegnarsi in questo progetto, lo ha fatto scommettendo con una visione ma anche una passione e competenza. Se hai solo visione, resti un visionario astratto. I numeri dicono cose straordinarie – ha sottolineato Bonavitacola – sono le motivazioni per le quali la Regione Campania sostiene da tempo questo festival, anche quest’anno nonostante varie difficoltà finanziarie che mi portano a fare una riflessione breve. Chi svolge una pubblica funzione deve dare l’esempio perché i ragazzi ti guardano. Se tu amministri solo per andare a tagliare nastri sei un poveraccio. Se vuoi porre le basi di un’opera che magari non inaugurerai tu ma sarà importante per la comunità, hai una visione. Giffoni merita attenzione per quello che è, non perché qualcuno deve essere amico degli organizzatori o del partito perché questo è un modo per dare un esempio molto sbagliato alle nuove generazioni, che non nobilita la politica e il rispetto delle istituzioni. Spero che si tratti solo di un incidente di percorso e venga ristabilita la verità delle cose”.
Per il primo cittadino di Giffoni, Antonio Giuliano “creare ulteriori strutture significa dare ulteriori possibilità ai giovani che provengono da tutto il mondo. Questa edizione è stata una vittoria del Comune di Giffoni Valle Piana, della Regione Campania. Il festival non finisce stasera ma continua attraverso forza, sguardo, emozione e passione dei giurati. Siamo al lavoro per progettare i prossimi 54 anni del Giffoni”.
Emozionante e commovente anche l’appello della regista Soleen Yusef: “Non sapevo delle difficoltà ma continuare per favore ad aiutare questo festival”. Mani che applaudono alla ricerca di spasmodica di sapere se quel voto dato ad un cortometraggio o ad un lungometraggio è finito tra i “vincitori”.
Le conclusioni sono state affidate, infine, all’ideatore e fondatore del festival, il “visionario” Claudio Gubitosi: “Tante volte mi hanno chiesto come abbia fatto Giffoni ad essere sempre puntuale, attento, premuroso, ad anticipare perfino mode e pensieri, a crescere senza crescere, a svilupparsi e non cambiare mai nella sua identità e soprattutto ad aggiungere, pezzo dopo pezzo, valori alla sua storia. Per poter continuare a farlo bisogna avere determinazione e non bisogna assolutamente girarsi indietro per vedere quello che hai fatto, un poco insoddisfatto ma sempre con occhi che guardano al futuro. Poi bisogna avere il coraggio di distruggere e ricostruire. Negli anni è successo almeno 5-6 volte, bisognava abbandonare delle cose per viverne altre. È difficile, perchè uno si abitua a camminare sempre sulla stessa strada e con delle stesse persone. Non si va avanti così. Se siamo arrivati a una qualità e una quantità di eventi così complessi – ha detto Gubitosi – ho difficoltà a volte a dover incontrare persone e spiegare loro cosa sia Giffoni. Quest’anno abbiamo vissuto un miracolo. Abbiamo superato delle barriere che potevano sembrare insormontabili ma abbiamo lavorato sempre in silenzio, senza fare molta pubblicità. Giffoni ai ragazzi dà tanto, per noi è tutto, dobbiamo essere consapevoli che dobbiamo metterci ancora di più tutti insieme non tanto per proteggere il #Gff, che si autoprotegge, ma per far capire agli altri cos’è Giffoni, un patrimonio nazionale e internazionale”.