Agnese è una giovane donna camerunense. E’ arrivata in Italia nel 2006. Ha soggiornato per 4 anni a Modena per stabilirsi, nel 2010, a Parma, dove vive tutt’ora. Mamma di due bambini, di 7 e 10 anni, è titolare di una macelleria che gestisce col marito.
Il lavoro, per me e per la mia famiglia, è importante – ci racconta – I sacrifici sono sempre tanti, ma noi andiamo avanti.
A febbraio, quando è scoppiata la pandemia,costringendoci a rimanere a casa, ci siamo spaventati molto. Il pensiero maggiore era per i bambini perché, per loro, la scuola è tutto: il non poter uscire, non vedere i loro amichetti o compagni di scuola, non fare sport, è stato davvero difficile, ma io e mio marito abbiamo fatto di tutto per farli stare bene e al sicuro, tanto che hanno imparato a convivere con tutto questo.
Ovviamente, un altro motivo di preoccupazione è stato il lavoro,l’essere costretti a stare in casa e tenere la macelleria chiusa. Inoltre, ci sono mancati i nostri clienti, non solo quelli del nostro paese, ma anche i clienti italiani.
La ripresa dell’attività ci ha ridato fiducia, ma è stato difficile, soprattutto all’inizio, perché, con le misure anti Covid-19, molte cose erano cambiate. Bisognava seguire il protocollo, il distanziamento, l’accesso al negozio di massimo tre persone per volta, igienizzarsi le mani all’entrata. Tutto questo ha comportato una gestione nuova nel rapporto con i clienti ma, per fortuna, è bastato poco perché familiarizzassero con le nuove norme di sicurezza e si adeguassero ad esse. Come abbiamo fatto con le altre imprenditrici, chiediamo ad Agnese se le manca il suo Paese.
Si, tantissimo. Vorrei ritornarvi presto. Sono laureata in economia e vorrei mettere a disposizione le mie competenze per contribuire a migliorare la qualità della vita nel mio paese. Inoltre, vorrei realizzare un mio progetto, ovvero lavorare anche nell’ambito dell’agricoltura, coltivando la majocca, le patate e i semi di zucca.
Ognuno di noi è nato in un paese diverso e, a volte, capita di doverlo lasciare per migliorare se stessi, la vita della propria famiglia o per qualsiasi altro motivo. Ma, pur essendo costretti a fare questa scelta difficile, le nostre radici rimangono ferme e salde nella terra d’origine, perché la terra da cui proveniamo è la vita di ognuno di noi.