A seguito della candidatura proposta dall’associazione Faq-totum presieduta da Antonella Inglese, la Direzione Generale per le politiche culturali e il turismo della Regione Campania, con decreto dirigenziale, ha iscritto la “Tradizione bandistica sassanese” nella sezione “saperi” dell’inventario per il Patrimonio Culturale Campano (IPIC). Un importante riconoscimento che arriva in occasione del centenario dalla nascita della prima storica banda di Sassano. Infatti, la tradizione bandistica sassanese abbraccia una storia lunga un secolo, che si intreccia con quella della comunità di Sassano che ha visto nascere il primo complesso bandistico nel lontano 1924. La banda “serviva” per accompagnare le parate del Regime fascista, salito al potere due anni prima, ma si trasformò ben presto in una fonte di sostentamento importante per le famiglie, in un territorio all’epoca oppresso dalla miseria.
Tante le vicende che hanno interessato quella che fu battezzata come “Concerto bandistico città di Sassano” e che divenne poi, sotto la guida del Maestro Giovanni Rubino, “Concerto Patrio di Sassano”, in cui il termine “patrio” era volto a sottolineare la politica del Maestro che esigeva nella formazione solo musicanti sassanesi. Oggi la tradizione continua. Infatti sono ben tre le bande musicali in attività: “Città di Sassano”, Città “Vallo di Diano” e l’Associazione Musicale “G. Rubino”. Ed è stato proprio Carmine Inglese, presidente di quest’ultima, ha raccogliere documenti inediti provenienti da archivi famigliari, fotografie e soprattutto testimonianze orali per ricostruire i cento anni di storia della banda di Sassano.
Un’attività di ricerca volta alla divulgazione storica, che ha accolto il favore della Direzione generale Educazione, ricerca e istituti culturali del Ministero della cultura, che ha concesso il proprio contributo affinché tale storia diventi una pubblicazione.
“L’associazione Faq-Totum, di concerto con le associazioni bandistiche e l’amministrazione comunale, sta lavorando ad una serie di iniziative per celebrare i 100 anni dalla nascita della tradizione bandistica sassanese. A gennaio – ha dichiarato la Presidente Antonella Inglese – abbiamo proposto il dossier di candidatura per due importanti riconoscimenti e nelle scorse settimane abbiamo ottenuto non solo l’iscrizione nell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano ma anche il contributo della Direzione Generale Educazione, ricerca e istituti culturali – MiC, affinché la storia della banda musicale di Sassano venga pubblicata. Nulla è stato lasciato al caso: mosso da una grande passione e dal desiderio di lasciare traccia di questa storia, mio padre Carmine Inglese, per anni ha recuperato documenti e rovistato negli archivi familiari, e abbiamo provveduto al recupero e al restauro di materiale fotografico d’epoca che sarà presto esposto al pubblico. Il tutto è stato possibile e sarà realizzato grazie al sostegno e all’impegno del Consigliere Regionale Tommaso Pellegrino a cui va il nostro ringraziamento anche per aver dato l’opportunità di partecipare all’audizione nel Consiglio Regionale della Campania per discutere la Proposta di Legge del Consigliere Corrado Matera, sulla “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio bandistico della Regione Campania e dei corpi delle majorettes”, insieme ai rappresentanti del Concerto bandistico “Città di Sassano”, Marco Fornino e Angelo Zozzaro. La nostra presenza ci ha concesso non solo di rappresentare la comunità di Sassano e la tradizione musicale centenaria forse unica in Campania, ma anche di sottolineare, oltre all’aspetto strettamente connesso alla musica, anche quello culturale e sociale rappresentato dalla tradizione bandistica nei grandi e piccoli centri. La tradizione bandistica – ha evidenziato Inglese – è un elemento profondamente identitario della nostra comunità, un elemento di aggregazione e connotazione che deve essere protetto e salvaguardato. Ho avuto anche modo di sottolineare come negli ultimi trent’anni le donne sono entrate a far parte delle formazioni musicali che erano originariamente composte solo da uomini, a testimonianza di una tradizione che si evolve al passo con i tempi e che, pertanto, richiede che la trasmissione delle conoscenze connesse a questa forma di espressione venga rafforzata per preservarne la memoria storica e, soprattutto, che tale bene venga tutelato per far sì che la tradizione continui”.