Una banca per il territorio

Antonio Marino

Antonio Marino da quasi quarant’anni dirige la Bcc di Aquara. E fin qui, quella del Direttore, potrebbe apparire come una delle tante storie di banchieri. Invece, è molto più. Nato in un piccolo centro del sud Italia, Aquara, insieme ad altri è riuscito a costruire da zero una banca. Un Istituto di credito sociale che, interpretando lo spirito dei fondatori, è rimasto fedele ai suoi ideali. Anche grazie a questo, oggi, la Bcc di Aquara è stata premiata per la sua vicinanza al territorio.

Direttore, da quanto tempo dirige questa Banca?

«Io, insieme ad altri volenterosi, fondammo questa Banca nel lontano anno 1977. Essa iniziò ad operare il 16 maggio del 1978 ed io la dirigo ininterrottamente da quel giorno. Sono ormai circa quarant’anni anni».

Perché esiste questo legame così forte col territorio?

«Ogni azienda, compresa una banca, è il frutto delle scelte che si compiono ogni giorno. Si vede che la nostra banca ha saputo in tutti questi anni occuparsi delle difficoltà di questo territorio con una cultura ed una logica cooperativa. Sempre attenta ai più deboli. Nessuno può dire che questo istituto di credito ha marciato a braccetto coi “potenti”…».

Come si fa a far coincidere il valore di un territorio con quello di un istituto bancario?

«Ribadisco che parliamo di una banca cooperativa. Una banca dove ogni socio ha un voto, indipendentemente dalla forza economica di quel socio. Cosa ben diversa accade nelle banche costituite sotto forma di società per azioni, le grosse banche per intenderci. La nostra banca è riuscita a operare con lo stesso spirito sia nelle zone interne, basti pensare agli sportelli di Aquara, di Castel San Lorenzo, di Roccadaspide, di Oliveto Citra, sia nelle zone più popolose, in città come Salerno, Battipaglia o Eboli. Non è stato facile, ma ci siamo riusciti. Sempre con lo stesso metro: attenzione ai piccoli. Tanto per intenderci, ancora oggi il fido medio utilizzato ammonta a circa 23.000 euro, di gran lunga inferiore a quello delle nostre banche concorrenti. I clienti sono cresciuti in maniera costante perché hanno tutti sempre apprezzato le nostre condizioni economiche, i nostri tassi sono stati sempre più convenienti. Solo così siamo riusciti a far coincidere le aspettative del territorio con quelle della banca. Ancora oggi possiamo vantarci di essere l’istituto che applica le condizioni più convenienti per la clientela e siamo pronti a confrontarci sempre».

Quali sono gli obiettivi per il 2017?

«Semplicemente continuare a crescere, senza strappi, come abbiamo sempre fatto. Con umiltà e con grande spirito di ascolto e di servizio. Il nostro personale, sotto questo aspetto, è motivato e inappuntabile. Nel 2016 abbiamo deliberato nuovi fidi pari al 126% dei fidi deliberati nell’anno precedente. Questa è la prova che noi continuiamo a investire in questo territorio, nonostante la crisi. Vogliamo fare altrettanto nel 2017. Questo è il nostro principale obiettivo. Poi, è chiaro che faremo altri investimenti come il nuovo sportello a San Gregorio Magno e, forse, qualche altra mossa all’insegna della territorialità. Ma è del tutto evidente che bisogna espandersi per crescere, per attrarre nuovi clienti bisogna anche avere una adeguata rete di sportelli».

Quale è il progetto a cui la BCC di Aquara ha contribuito e che riassume meglio il suo modo di intendere il ruolo di banca del territorio?

«Il progetto più riuscito della nostra Banca è proprio la Banca stessa. Altre cooperative intorno a noi hanno avuto risultati meno felici, altre Bcc mostrano qualche criticità. Non era facile riuscire a fare una buona banca. Esserci riusciti – finora – significa già aver portato avanti il progetto dei progetti. In fondo, se la banca è utile alle comunità dove è insediata, significa che il suo modo di intendere la propria attività è già un successo. L’importante è che essa sia utile alla clientela; tutto il resto è marketing o folclore, fate voi. Nel frattempo, sarà presto attivo anche un nuovo sportello della Bcc di Aquara a Pontecagnano, nella struttura adiacente il mobilificio Montella. Si tratta dell’undicesimo sportello nel salernitano, dopo quello di San Gregorio Magno dove stanno per volgere al termine i lavori per la nuova sede. Un progetto che rappresenta lo sviluppo della strategia di crescita di una Banca che, senza allontanarsi troppo dal suo territorio, cerca di avvicinarsi sempre più alla propria utenza, rinunciando alle fusioni verso cui sembra si stiano orientando forsennatamente la maggior parte degli istituti bancari e puntando sulla disponibilità e umiltà del proprio personale sempre pronto a prodigarsi in ogni situazione».

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