Il 25 novembre è la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Violenza sulle Donne. Quest’anno, a rendere più ardua la lotta all’eliminazione della violenza di genere c’è l’emergenza sanitaria causata dal virus COVID-19, che costringe tutti a restare in casa e a limitare il più possibile qualsiasi contatto sociale e qualsiasi spostamento al di fuori delle mura domestiche. Le donne che vivono in una situazione di violenza e maltrattamento insieme alle loro bambine e ai loro bambini sono costretti a fronteggiare una difficoltà maggiore, in quanto costretti in casa e di conseguenza impossibilitati a sottrarsi alla violenza che la permea. Di fronte a questa situazione non possiamo restare in silenzio, nessuno può e deve restare in silenzio.
Il Centro Antiviolenza Aretusa, gestito da Differenza Donna, dal 2016 ad oggi ha accolto 325 donne, di cui 88 nel 2020. Ha implementato i canali di comunicazione (messaggistica, social network e videochiamata) per offrire maggiori opportunità alle donne di poter accedere al servizio in questo periodo particolare in cui gli spostamenti devono essere ridotti.
Per questo viste le limitazioni del momento storico che stiamo vivendo, quest’anno come evento di sensibilizzazione il Centro Antiviolenza Aretusa ha deciso di realizzare un video, per riflettere insieme sull’utilizzo del linguaggio nella vita di ogni giorno e in quanto veicolo di stereotipi e pregiudizi. Nonostante, l’articolo 17 della Convenzione di Istanbul preveda la partecipazione dei mass media all’elaborazione e attuazione di politiche, linee guida e norme di autoregolamentazione per prevenire la violenza di genere e rafforzare il rispetto della dignità della donna, ad oggi, il linguaggio utilizzato dagli stessi è ancora ricco di stereotipi, pregiudizi e di non riconoscimento del fenomeno della violenza maschile sulle donne come fattore prettamente culturale.
A far data dal 4 novembre 2020 è iniziato il “Corso di formazione base sulla violenza di genere”, che si svolge interamente da remoto ed è rivolto ad aspiranti operatrici/attiviste e che soprattutto in questa giornata ci vede impegnate nella trasmissione dei nostri saperi inerenti la violenza sui minori, violenza assistita e orfani di femminicidio.
La violenza maschile contro le donne è una grave violazione dei Diritti Umani e le donne e i loro figli e figlie devono avere il sostegno delle Istituzioni, dei Centri Antiviolenza e della Cittadinanza. Un impegno collettivo che chiediamo al Privato Sociale, agli Enti Profit e alle Istituzioni è quello di fare un salto di civiltà perché le donne siano credute.
La violenza maschile contro le donne è un fenomeno quasi del tutto sommerso. Le donne che denunciano e che hanno il coraggio di dare voce alle violenze subite sono poche, troppo poche rispetto al numero di donne che subisce violenza come riportato dai dati Istat che rilevano come soltanto il 15% delle donne si è rivolto alle forze dell’ordine. Per questo ricordiamo a tutte le donne che “Noi ci siamo e insieme possiamo fare la differenza”.