Una storia, tante storie, non solo di eroine, ma donne “comuni”: madri, mogli, figlie, l’altra metà del cielo che popola le pagine dei narratori e delle narratrici, anche nei romanzi gialli: vittime, poliziotte, investigatrici, compagne di commissari, giornaliste, personaggi primari o comprimari, mai banali. Donne presenti nelle indagini del commissario de Santis.
Di questo e di tanto altro si parlerà domani, martedì 25 giugno, dalle 17.30, per una nuova pagina di “Storie al Femminile” alla Fondazione de Stefano di Ogliastro Cilento. A Milano, questo alone biancastro che indugia nell’aria, recando con sé un acre sapore di umidità la chiamano Scighera e dà il titolo al nuovo romanzo Scighera. La nuova nebbiosa indagine del commissario de Santis di Maria Rosaria Pugliese, pubblicato da Fratelli Frilly Editori.
Un thriller che ha tutti i componenti del giallo deduttivo, arricchito da metafore socio-psicologiche che rendono la lettura non solo un’evasione letteraria, ma una riflessione dalle molteplici interconnessioni. La scena del crimine, anzi del triplice omicidio è il Palazzo Ballabanzer, severa costruzione meneghina in stile liberty composta da sei piani e dodici appartamenti, popolata di ogni tipo di genere umano: pensionati, professionisti, single, famiglie, giovani, anziani. Li governa l’indefinibile amministratore Mastretta, regista ambiguo di beghe condominiali, chiacchiericci e ipocrisie. L’indagine del commissario Nino de Santis deve squarciare, per giungere alla risoluzione del caso, il velo dell’opaco conformismo fatto di finzioni e segreti inconfessabili. Se la nebbia è il simbolo ancestrale dell’incertezza, del dubbio che aleggia intorno ad un evento drammatico, del turbamento indecifrabile dell’animo, il condominio è un microcosmo affollato di sentimenti, emozioni e passioni. In questa sorta di zona intermedia posta tra il reale e l’irreale dove si scontrano gli impeti del mondo, il commissario de Santis e il suo vice Lezzi, inquadrati in un preciso schema narrativo, procedono dalla scoperta del delitto commesso, alla ricerca delle cause, cercando indizi che portino alla soluzione ed escludendo quelli fuorvianti, ed infine, ovviamente, giungono all’individuazione del colpevole.
Tutto il racconto è avvolto da un alone di mistero, e la particolarità, ma anche l’abilità dell’autrice, sta proprio nel mantenere saldo il clima di suspance, per non distogliere l’attenzione del lettore.
Il linguaggio è preciso, scorrevole e il ritmo narrativo ha il suo equilibrio tra pause e momenti incalzanti. Tutto, alla fine, dovrà essere spiegato senza lasciare nulla al caso. Lo scopo ultimo sta nella ricerca della verità che de Santis pedina con acume e costanza. D’altra parte, il grande successo del genere sta proprio in questo desiderio, per lo più soddisfatto dal finale risolutivo, di ristabilire l’ordine.
“La lettura di un romanzo giallo, in un periodo di crescente insicurezza sociale, offre la possibilità latente di sentirsi capaci di resistere alle difficoltà del presente – osserva il filosofo Maurizio Zani – La progressiva risoluzione degli enigmi del giallo da parte di un detective con cui ci si identifica contribuisce, per via immaginativa, a dare la sensazione di avere la propria vita sotto controllo”.
Il lettore trae giovamento interiore perché viene trovato il responsabile, situazione ben diversa che nella vita reale, dove dilaga impunità e sfiducia. Il commissario de Santis con la sua razionalità intuitiva e mediterranea, mai tracotante, sa interpretare questo sentimento di ansia e il bisogno di una giustizia immediata, consolatoria che, tuttavia, non sa di sommaria condanna ma, piuttosto, di riflessione sul male e sulle debolezze umane.
Scighera di Maria Rosaria Pugliese è un giallo moderno, uno di quei romanzi polizieschi che sanno entrare con garbo nella letteratura morale del nostro tempo, ha “la delicatezza della nebbia che disegna senza stravolgere, che nasconde senza far scomparire”.
Maria Rosaria Pugliese, vive e lavora a Napoli. Ha pubblicato il romanzo “Pazienti smarriti” (1a ediz. Robin, 2010), (2a ediz. Homo Scrivens, 2016), classificatosi al terzo posto al Premio Domenico Rea (2011), finalista al Premio Giovane Holden, al Premio Salvatore Quasimodo e semifinalista nel concorso What Women Write indetto dalla Mondadori. Nel 2014 ha pubblicato “Carretera. Quattordici storie strada facendo” (go-Ware Edizioni). Con “Fontaine blanche” (Homo Scrivens, 2017) è stata finalista, nella sezione inediti, al Premio Bukowski 2016. Ha partecipato all’antologia “La gola” (Giulio Perrone Editore, 2008). È tra gli autori dell’Enciclopedia degli scrittori inesistenti (1a ediz. Boopen Led, 2009) e (2a ediz. Homo Scrivens, 2012). Con la poesia “Scetate Benino”, si è classificata al terzo posto nel concorso nazionale “Sinfonia Dialettale”. Premio Eccellenza Letteratura Nazionale Lecce 2018, Premio Megaris 2019. Con Frilli Ediz. ha pubblicato i romanzi gialli “Omicidio ad alta quota” (2020) e “Fuochi d’artificio per il commissario de Santis” (2021). Come sempre, in dialogo con l’autrice ci sarà il giornalista Alfonso Sarno. Ingresso libero.