È iniziato nei giorni scorsi ‘Il viaggio della speranza: visitare i carcerati’ promosso dalle Camere penali della Campania, dall’associazione Nessuno tocchi Caino, dal Movimento forense e dal Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello.
Le prime visite nel carcere di Arienzo (Caserta) e nell’Icam di Lauro (Avellino), l’Istituto a custodia attenuata per detenute madri ospitate assieme ai loro figli. Qui, accompagnati dalla direttrice dell’Istituto Concetta Felaco, dall’Ispettrice Simonetti Teresa e dal cappellano Don Vincenzo Miranda, Ciambriello e il consigliere regionale Livio Petitto hanno fatto colloqui con le detenute, hanno incontrato il personale dell’area educativa, il personale della direzione sanitaria, nonché il personale della polizia penitenziaria.
“È necessaria una legge – le parole di Ciambriello – che tuteli questi bambini innocenti che oggi sono rinchiusi in un carcere con le loro mamme. Vanno tutelati questi bambini che sono costretti a vivere i primi anni della loro vita, quelli decisivi per il loro sviluppo psicofisico, in un carcere. Mi auguro che la sensibilità della Magistratura di Sorveglianza, la disponibilità delle case di accoglienza per mamme e figli, diano una speranza a questi bambini e una seconda chance alle loro madri”. Inoltre, ha evidenziato il garante regionale, all’Icam di Lauro “ad oggi manca un pediatra, una figura professionale necessaria stante la presenza dei bambini”.
All’interno dell’Istituto sono presenti un educatore, un assistente sociale su richiesta, un ex art. 80, uno psicologo dell’Asl e 31 agenti di polizia penitenziaria (19 uomini e 12 donne). La struttura ospita oggi 10 detenute madri (5 di nazionalità italiana e 5 di nazionalità straniera) e 11 bambini. In Italia, complessivamente, sono 23 le mamme detenute e 26 i loro bambini.
“La presenza dei bambini in tenera età che condividono la situazione penitenziaria della propria madre è senza dubbio uno degli aspetti più complessi e difficili di questa peculiare forma di gestione che deve focalizzarsi sulla prioritaria necessità di salvaguardare il loro benessere psicologico”. Così Petitto che ha aggiunto: “Condivido l’appello del Garante Ciambriello a investire principalmente sulle esigenze di crescita e formazione dei minori, in un contesto che si cerca di rendere il più confortevole possibile”. Per il consigliere regionale “è necessario attivare delle Comunità educative e dimensione familiare per le donne e i minori privi di un ambiente familiare idoneo al proprio sviluppo e alla propria crescita. La sfida è predisporre luoghi che integrino persone che vivono una realtà diversa dalla nostra, favorendo la crescita individuale e promuovendo una migliore qualità della vita una volta scontata la pena”.
La Regione ha chiesto la disponibilità ad alcune comunità che già ospitano donne ad accogliere anche le detenute madri con i loro figli. (DIRE)