E’ forse più sentita degli altri anni la terza Giornata internazionale della Consapevolezza sugli Sprechi e le Perdite Alimentari che si celebra oggi 29 settembre.
Il carovita scatenato dalla crisi energetica e dalla guerra in Ucraina spinge i cittadini ad adottare comportamenti responsabili per salvare i bilanci familiari, anche se il problema resta rilevante in tutto il mondo. La Fao calcola che a livello globale circa il 14% del cibo viene perso quando viene raccolto e prima che raggiunga i negozi, mentre un ulteriore 17% finisce per essere sprecato da rivenditori e consumatori, di cui l’11% nelle famiglie, il 5% nel servizio di ristorazione e il 2% nella vendita.
Eppure ci sono circa 3,1 miliardi di persone nel mondo che non hanno accesso a una dieta sana e circa 828 milioni che continuano a soffrire la fame.
Una perdita di cibo che rappresenta l’8-10% del totale dei gas serra globali, contribuendo a un clima instabile e ad eventi meteo estremi come siccità e inondazioni che hanno un impatto negativo sui raccolti, riducono la qualità nutrizionale delle colture, causano interruzioni della catena di approvvigionamento e minacciano la sicurezza alimentare. Non è un caso che l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile prevede di dimezzare gli sprechi alimentari globali pro capite lungo tutta la filiera. Per la Fao, quindi, tagliare gli sprechi è una tripla opportunità di vittoria, per la sicurezza alimentare, per la sostenibilità e per il pianeta, invitando tutti ad agire. Nella lista dei prodotti più sprecati al mondo c’è la frutta, ricorda l’Osservatorio Waste Watcher International che ha monitorato il trend di 9 Paesi nel mondo. Ogni italiano, in particolare, ne getta 30,3 grammi alla settimana, segue poi l’insalata con una media di 26,4 grammi e il pane fresco con 22,8 grammi. Nella classifica entrano anche latte e yogurt (38,1 grammi settimanali negli Usa e 27,1 gr in Germania), affettati e salumi (21,6 gr in Francia, 14,2 gr in Giappone), riso e cereali (in Brasile 27,2 gr) e cibi pronti (in Giappone in media 11,5 gr).
Sta comunque crescendo la consapevolezza nella popolazione per arginare questo fenomeno. Secondo la Coldiretti sulla base di dati Coop che hanno analizzato i comportamenti degli italiani nei prossimi 6-12 mesi, il 35% della popolazione taglierà gli sprechi adottando a casa soluzioni salva-cibo e recuperare quello che resta a tavola. Oggi nelle case si gettano mediamente ogni anno circa 67 kg di cibo per abitante, più responsabili dei francesi che ne sprecano 85 kg e tedeschi 75 kg. Una sensibilità crescente dimostrata da diverse iniziative, come quella di Assica, perché i salumi italiani facciano la propria parte nella lotta allo spreco alimentare. Il recupero come valore e le eccedenze come risorsa, sono i due pilastri della strategia dell’Associazione industriale sviluppata insieme alla Fondazione Banco Alimentare onlus; in un evento il 30 settembre verranno spiegati i processi operativi, le procedure, la logistica, gli strumenti, l’igiene e sicurezza degli alimenti oggetto di donazione (Ansa).
foto: Alexander Grey