“Le vite che non ho scelto”, l’ultimo capolavoro di Milena Cicatiello

“Le vite che non ho scelto”: è il titolo del nuovo capolavoro di Milena Cicatiello, una seconda pubblicazione di poesie dopo l’esordio con “Petali d’incoscienza”. L’opera, edita da Stefano Piavani editori, è incentrata sul tema della violenza di genere. Non è un viaggio onirico nell’Io profondo, bensì il racconto del cammino tortuoso, cosciente e terreno, di riabilitazione di una giovane donna, vittima, sin dall’infanzia, di violenza, e della ricerca disperata della sua identità.

La raccolta di poesie sarà presentata venerdì 29 aprile, alle 18, presso la Sala Erica della Biblioteca comunale di Capaccio Paestum. Ne parlano con l’autrice: Maria Antonietta Sparano, artista e autrice della copertina; Claudio Aprea, operatore culturale e prefatore del libro; Gabriela Bellissimo, poetessa; Tiziana D’Angelo, direttrice del parco archeologico di Paestum. Declama: Giusy Paolillo, attrice. Modera l’incontro Teresa Giuliani, presidente dell’associazione Amici di Paestum. Previsti i saluti del sindaco di Capaccio Paestum, Franco Alfieri.

Il libro
Nell’urlo che le sale da dentro e si disperde senza fiato, la sua anima straziata reclama l’amore mancato, come un diritto negatole cui ha tentato, invano, di sopperire rifugiandosi nelle dipendenze, nelle presenze brevi, negli sparuti attimi di bellezza che ha rubato alle vite degli altri.
Tra la dimensione presente e la dimensione passata, che si alternano e si sovrappongono nelle prime pagine dell’opera, passano le vite che non ha scelto, che non è solo la vita scandita dalla violenza, ma anche le “vite- conseguenza” , ovvero l’amore che ha negato a se stessa e agli altri e l’amore che ha dovuto elemosinare per sopravvivere alla cieca spietatezza delle convenzioni sociali.
Il pensiero incessante di essere fatta a immagine e somiglianza della violenza che l’ha colpita la conduce al limite della pazzia, al punto tale da preferire, a una vita senza amore, una dignitosa “morte in vita”. Il suo unico interlocutore sembra essere un ragazzo autistico, in cui riconosce la propria condizione di disagio esistenziale, di profonda alienazione, di angosciante solitudine.
La rassegnazione alla inesorabilità del male e alla ineluttabilità del proprio destino si snoda nell’immagine evocativa dell’eclissi dell’anima, in cui ella si nasconde per sfuggire al suo stesso sguardo. E invece il buio dei ricordi le restituisce, nitido e incontrovertibile, il lato oscuro di un mondo sporco che ha scoperto troppo presto, quello che gli occhi di una bambina non potranno mai dimenticare e quelli di un’ adulta mai ricordare. Il peso che porta sulle spalle diventa inevitabilmente senso di colpa, che da vittima la trasforma in carnefice dei suoi stessi patimenti.
Riuscirà a liberarsene quando acquisirà la consapevolezza di essere non orfana, ma Madre universale. Da lì comincerà la vita che ha scelto, fatta di sogni e aspettative che riemergono dal fondale, di infinite possibilità di vita e di trepidante attesa di partorire la creatura figlia del suo vero amore: se stessa. Nel verso, che a poco a poco si fa muto per redimerla dalla colpa primordiale dell’essere venuta al mondo, nella dimenticanza di sé e nella scoperta che la sua essenza è in superficie alle cose che la circondano, le quali chiedono di essere vissute e non razionalizzate, ed è nella vita che si ama tutta, dolce o amara, violenta o delicata, la giovane donna assiste, sotto un Sole immobile, in un giorno ordinario, al miracolo della nascita della sua irreplicabile identità.

L’opera è vincitrice assoluta del Premio Rinascimento fondato da Vittorio Sgarbi (I edizione, 2021), è stata tradotta in lingua inglese e pubblicata sul “Journal of Italian Translation” of New York, la rivista accademica a cadenza semestrale dell’Università di Brooklyn ed è acquistabile su tutti gli store online, presso le librerie e sul sito www.milenacicatiello.com

Nel 2020, l’autrice pubblica la sua prima opera “Petali d’incoscienza” per Bertoni Editore; nello stesso anno è stata riconosciuta su Wikipoesia, l’enciclopedia web letteraria alternativa a Wikipedia, alla voce “poeti contemporanei”, nell’ambito della quale si terrà la prima edizione del “Festival della Poesia sociale”, che ha raccolto già il patrocinio di Wikipoesia, degli Istituti Culturali in Italia di Egitto, Francia e Spagna, e della Commissione Europea, rappresentanza in Italia.

Nel 2021 ha fondato la rassegna letteraria “Maledetti poeti”, allo scopo di promuovere il valore sociale e civile delle arti, con particolare riguardo ai diritti umani, nell’ambito della quale si terrà la prima edizione del “Festival della Poesia sociale”, che ha raccolto già il patrocinio di Wikipoesia, degli Istituti Culturali in Italia di Egitto, Francia e Spagna, e della Commissione Europea, rappresentanza in Italia. Nello stesso anno, a seguito del riconoscimento di “Poetessa della solidarietà linguaggio dei popoli” da parte del Centro UNESCO di Trieste, ha ricevuto la targa al merito “La cultura rifiorisce” dall’amministrazione comunale di Capaccio Paestum.

Biografia

Milena Cicatiello vive a Capaccio Paestum. Si è laureata in giurisprudenza presso l’Università Federico II di Napoli e ha conseguito il titolo di Avvocato. Svolge prevalentemente la professione di giornalista in ambito culturale e sociale e coltiva, sin da bambina, la passione della poesia. Ha ottenuto numerosi premi e riconoscimenti nei concorsi letterari nazionali e internazionali.  Nel 2021 ha fondato la rassegna letteraria “Maledetti poeti”, allo scopo di promuovere il valore sociale e civile delle arti, con particolare riguardo ai diritti umani. Nello stesso anno, a seguito del riconoscimento di “Poetessa della solidarietà linguaggio dei popoli” da parte del Centro UNESCO di Trieste, ha ricevuto la targa al merito “La cultura rifiorisce” dall’amministrazione comunale di Capaccio Paestum.

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