È stato uno sventato femminicidio quello che si è riuscito ad evitare lo scorso martedì grazie al lavoro congiunto e di rete del Centro antiviolenza Aretusa e al pronto intervento dei militari del Nucleo operativo e Radiomobile dei Carabinieri.
La donna, che aveva subito negli anni ripetute violenze e maltrattamenti compiuti anche davanti al figlio minore della coppia, aveva già in precedenza presentato una prima denuncia nei confronti del suo ex compagno per la quale pende procedimento penale innanzi al Tribunale di Lagonegro per maltrattamenti in famiglia.
Lo scorso aprile, a seguito delle continue minacce di morte e stalking che subiva, la donna si è rivolta al centro antiviolenza Aretusa e grazie al lavoro congiunto di rete, lo scorso 25 maggio si è riusciti ad evitare che si verificasse un ennesimo femminicidio. La donna infatti, nuovamente aggredita dal suo ex, e minacciata dall’uomo che dichiarava di avere con se delle armi, è riuscita a contattare i carabinieri e il centro antiviolenza. Il pronto intervento dei militari dell’Arma della sezione operativa di Sala Consilina ha permesso loro di riscontrare la reale presenza dell’arma e quindi della concreta possibilità che l’uomo mettesse in atto le sue intenzioni. Questo ha portato al fermo dell’uomo convalidato in data 27 maggio dal Tribunale di Lagonegro con il trasferimento ai domiciliari. La donna è assistita dall’avvocata Elisabetta Giordano dell’ufficio legale dell’Associazione Differenza Donna che gestisce il Centro antiviolenza Aretusa del Consorzio sociale del Vallo di Diano, Alburni e Tanagro. L’avvocata Giordano, insieme alle avvocate del centro e a tutte le operatrici, esprime profonda soddisfazione per il risultato ottenuto, esito di una fattiva collaborazione tra gli enti della Rete Territoriale, che risulta fondamentale affinché sempre più donne possano trovare il coraggio di poter chiedere aiuto e uscire dalla situazione di violenza.