Anteprima mostra fotografica Festina Tarde – “Storie di luoghi dimenticati”

L’Associazione Culturale Parmafotografica è lieta di presentare,
con il Patrocinio di Regione Emilia Romagna-Assemblea Legislativa, Comune di Parma, Università degli Studi di Parma – Dusic, e Diocesi di Parma, Anteprima Festina Tarde – “Storie di luoghi dimenticati”, esposizione di fotografie del genere Urbex, come anteprima alla rassegna Festina Tarde – affrettati lentamente, un progetto ufficiale del ciclo di eventi promossi per Parma2020+21 Capitale Italiana della Cultura, presso il palazzo Pigirini di Parma.

La mostra è curata dai tre fotografi Manuela Arcari, Antonio Piazza, Alessandro Pioli, soci di Parmafotografica e membri attivi del Comitato Organizzativo del progetto.

Oltre cento scatti esposti nelle suggestive sale di questo storico palazzo, realizzati da valenti autori italiani e internazionali, specializzati in fotografa UrbEx;
uno specchio di grande suggestione su luoghi abbandonati, per portare alla luce tesori nascosti ai più, e come gesto simbolico di denuncia di quanto valore artistico non dovrebbe essere lasciato a sé stesso e allo scorrere inesorabile del tempo.

Festina Tarde – affrettati lentamente vedrà il proprio compimento nell’autunno del 2021, periodo in cui si svolgeranno tutte le attività proposte per il progetto, da un’idea della Dott.ssa Annalisa Mombelli, e con la partecipazione di: Corale Città di Parma, Associazione Culturale MP Ideograms, Università di Parma-Dusic, Diocesi di Parma, Chiesa di San Rocco. Si ringrazia Stamperia s.c.r.l. per il supporto tecnico.

La mostra sarà visitabile tutti i Venerdì, Sabato e Domenica dalle 10,00 alle 19,00 dal 2 al 25 Ottobre 2020, con orario continuato. L’ingresso è libero e gratuito.Per il rispetto delle vigenti normative antiCovid-19 si terranno due eventi inaugurali: L’ingresso è contingentato ad un massimo di 40 visitatori. Di seguito l’elenco dei fotografi partecipanti.

Espongono per Anteprima Festina Tarde – “Storie di luoghi dimenticati”:

Alessandro Malinverni, Alessandro Pioli, Alexandre Katuszynski, Alicia Cabassa, Andrea Gaviraghi, Antonio Piazza, Chiara Borgonovi, Chris Lunaticslayer, Cristina Giaccardo, Daniele Spinosa, Deborah Dantonio, Dust Brothers Inside, Gian Bar, Giovanni Falavigna, Giuseppe Roccato, Maci Reddavide, Manuela Arcari, Mauro Lattuada, Moko Mad’moiselle, Norma Gombok, Paola Magnifico, Photoempathy, Romeo Battini, Stefano Allari, Stefano Barattini, Stefano Bolliger, Urbex in Progress, Virna Fanton.

Festina tarde è una locuzione latina letteralmente tradotta “affrettati lentamente”, allude all’agire senza indugi ma con cautela e ponderazione.Il titolo richiama ad un gesto, ad un movimento, ad un sospiro e ad una attesa, ad un avvertimento. Scandisce un tempo, un battito, un sentire.

Al meglio racchiude e rimanda alla fotografia di Urban Exploration la cui essenza è l’esplorazione di luoghi abbandonati in cui tutto è lasciato inalterato, documentando qualcosa che lentamente si deteriora e che velocemente va catturato prima che svanisca del tutto o si modifichi in modi irreversibili, ma con delicatezza e rispetto.

Nella città di Parma e nella sua provincia, ma anche sul territorio nazionale italiano, molteplici sono i luoghi pubblici e privati di interesse e valore storico artistico abbandonati, chiusi, in lento deterioramento, insieme agli oggetti d’arte che spesso li abitano.

I più di cento scatti nell’Anteprima Festina Tarde sono una testimonianza di un patrimonio culturale che attraversa decenni: dai saloni di palazzi rococò e neoclassici in cui anche la natura è intervenuta come una presenza artistica agli interni domestici di intime dimore di campagna, fino a comprendere anche gli immensi spazi di ex industrie sorte nel novecento.

Ognuno dei 28 fotografi italiani e stranieri, amatoriali, ci mostra una finestra su mondi silenziosi, interpretati in modo personale e unico: chi ha scelto di lavorare sui dettagli degli oggetti, chi va a caccia della luce negli anfratti bui di questi luoghi giocando con contrasti di chiaroscuro quasi caravaggesco, chi invece aumentando i tempi di esposizione in una visione a grandangolo illumina gli ambienti mostrando dettagli altrimenti non visibili, chi invece pone l’accento sugli accessi come porte, finestre, scalinate. Le 145 fotografie esposte sono racconti suggestivi e poetici che cullano lo sguardo e l’immaginazione. Al contempo sono una testimonianza che stimola ad una presa di coscienza collettiva: è possibile ridare a questi luoghi, molti di grande bellezza e valore artistico, espressioni di una identità culturale e portatori della storia di una comunità, in lento deterioramento, una dignità, un “nuovo battito”, un inedito scandire del tempo?

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