Rimini, riviera romagnola, estate 2020. Un’estate strana che verrà ricordata nella storia delle persone e scritta sui libri di scuola, precisamente l’estate e l’anno della pandemia Covid-19.
Arriviamo al bagno 27, uno dei tanti stabilimenti balneari della riviera dove, un tempo, si potevano fare incontri eccellenti come star del cinema, dello sport, dello spettacolo, dei paparazzi e della vita in bianco e nero ma, soprattutto, la città di Federico Fellini, del quale, proprio in quest’anno cosi difficile, ricorre il centenario della nascita.
All’ingresso, Stefano Mazzotti, titolare del bagno 27, un uomo bello corposo con i suoi tatuaggi ben in evidenza, ci accoglie con un sorriso aperto e cordiale, ringraziandoci per essere venuti da lui. Dopo un caffè e uno sguardo in giro, iniziamo il nostro incontro per capire questo tipo di realtà lavorativa come è strutturata dopo il lockdown.
Mazzotti ci spiega che la ripartenza non ha inciso molto sul lavoro, in quanto il suo stabilimento era già organizzato e attrezzato, con idonee misure di sicurezza, per ospitare disabili, bambini con difficoltà e chiunque avesse bisogno di aiuto e supporto, essendo fondamentale offrire ai propri ospiti un ambiente quanto più possibile confortevole. Anche per il distanziamento non hanno avuto problemi perché gli ombrelloni erano già ben oltre la distanza di sicurezza, nel rispetto della privacy dei clienti, ma, per maggior cautela, ne hanno tolti altri 40.
In generale – continua Mazzotti – la crisi non l’ha portata il covid; noi veniamo già da un lungo periodo di crisi. Il nostro più grande timore era un drastico calo del turismo per via degli spostamenti che inizialmente le persone non volessero o potessero fare, però stiamo riscontrando che la gente c’è, arriva anche solo per il week end, si diverte e sta bene; quindi, siamo contenti e cerchiamo di prendere con un po’ di leggerezza le nostre giornate, ma facendo attenzione a tutto e soprattutto alla sicurezza. Di certo la vita è cambiata e sta cambiando per tutti.
Arriviamo alla passerella arcobaleno che, dall’ingresso del bagno, porta al mare. E’ una cosa meravigliosa, un colpo d’occhio bellissimo, tanto che, chiunque arriva, scatta delle foto.
Chiediamo al Mazzotti il perché di questa passerella arcobaleno:
Eravamo intenzionati a farla già l’estate scorsa, per dare un impronta etica nuova e di cambiamento culturale nelle persone e anche nel lavoro stesso. E, proprio grazie a questi principi, ideali di vita e di una nuova cultura, nel 2017 abbiamo vinto il premio Innovatori Responsabili istituito dalla regione Emilia Romagna. Da qui abbiamo iniziato a collaborare con diverse Associazioni; collaboriamo con il Comune per l’inserimento al lavoro di ragazzi portatori di autismo o di altre fragilità. Credo che si debba andare oltre al business economico del lavoro (che non deve mancare), affinché diventi business sociale, opportunità di lavoro per i giovani, anche attraverso percorsi di formazione.
Il nuovo imprenditore deve essere al centro nel mondo del sociale.
Tornando alla passerella, questo era l’anno giusto. Rimini sta cambiando ad una velocità impressionante, non solo per il turismo,che rappresenta l’economia locale, ma anche per l’aspetto sociale. Stiamo assistendo, in effetti, ad un cambiamento imprenditoriale, sociologico, ambientale, tanto che, a fine 2020, saremo il primo comune d’Italia con emissioni zero.
Gli chiediamo che differenza c’è fare il titolare di uno stabilimento balneare ora rispetto a 30/40 anni fa.
Sono pochi anni che faccio l’imprenditore perché la mia carriera lavorativa inizia come riparazione e vendita di macchine da cucire con i miei genitori; poi faccio il meccanico per gokart e per questo venivo spesso a Parma. Ed ora, eccomi qui, a gestire uno stabilimento balneare. In merito, posso dire che è una vita meravigliosa; vivo in mezzo ai giovani, con la mia famiglia, il sole, il mare e, aiutare persone in difficoltà, è una cosa bella.
La splendida passerella ha riscosso e sta riscuotendo grande successo e interesse. Lei ci ha detto che questo era l’anno giusto, perché?
Perché Rimini è una città che sta affrontando grandi cambiamenti strutturali e abbiamo deciso, come impresa, di contribuire a riempirla di nuovi valori sociali ed imprenditoriali. In un momento storico come questo, in piena crisi dovuta al Covid, abbiamo deciso di puntare ancora di più sulle persone e sull’abbattimento di disparità e pregiudizi
Parlando da imprenditore ci ha fatto notare che Rimini sarà la prima città dell’Emilia Romagna ad emissioni zero nel proprio mare, e che la città stessa è cambiata. Questo cambiamento vale anche per le persone?
Per una città come Rimini è necessario, per la sua indole turistica e per l’immagine che riveste nell’immaginario collettivo, dare una nuova veste di sé, prima di tutto dal lato umano e sociale, puntando su una nuova idea di ospitalità ed accoglienza. Questo porterà, inevitabilmente, a un modo di essere diverso, più responsabile, solidale ed inclusivo
Il suo stabilimento lo possiamo definire una realtà che collabora con tante associazioni del territorio come Arcigay Rimini, Figli del mondo, Primo Miglio e tante altre. Secondo lei, anche gli altri suoi colleghi dovrebbero fare la stessa cosa?
Certamente! La strada della collaborazione con Enti e Associazioni porterà con sé una diversa visione della gestione del bene pubblico che ci è stato affidato dallo Stato; la spiaggia, nel mio caso. Sviluppare nuove forme di impresa più responsabili, in linea con i Goals dell‘Agenda Onu 2030, sarà la sfida del futuro, creando reti di persone e aziende che possano costituire l’ossatura del paese che vuole virare verso un cambiamento improntato ai valori e ai diritti delle persone
Lei ci ha anche detto che stiamo assistendo a un cambiamento sociale, ambientale, imprenditoriale, soprattutto dopo la pandemia che, tra l’altro, è ancora in corso. In cosa consiste il cambiamento.
Tenendo a mente che l’impatto delle azioni responsabili di ogni singola persona può tradursi in un grande passo avanti della società in termini di responsabilità civile. Occuparsi, prima di tutto, di dare al proprio paese, alla propria vita e alla propria professione o impresa un forte valore sociale, può portare a creare i presupposti per una più rapida ripresa sociale ed economica
Il futuro della società o del singolo essere umano quale sarà secondo lei?
Sarà un futuro roseo se cominceremo a tutelare i diritti dei più deboli, se abbatteremo i pregiudizi, se cominceremo a ragionare nell’ottica del noi e non più dell’io.