Da Redattore Sociale
Undici anni di silenzio della politica sul tema delle droghe possono bastare. Dopo l’ultima conferenza nazionale sul tema tenutasi a Trieste nel 2009, una vasta rete di soggetti della società civile ha presentato questa mattina presso la sala stampa della Camera dei deputati la Conferenza nazionale autoconvocata per la riforma delle politiche sulle droghe che avrà luogo a Milano il 28 e 29 febbraio prossimi. Un appuntamento, spiegano gli organizzatori, voluto “per aprire un confronto con tutte le realtà Istituzionali, dei servizi pubblici e del terzo settore, con gli operatori e con le persone che usano sostanze ed avviare un dialogo per la riforma di una normativa sulle droghe palesemente inadeguata”.
Mentre la Conferenza convocata dal governo manca da 11 anni (sebbene la legge 309 del ’90 preveda che venga organizzata ogni tre anni), ha qualche anno in più sulle spalle la stessa normativa, ferma a trent’anni fa. “Gli effetti della legge sono sotto gli occhi di tutti – ha affermato Denise Amerini, responsabile Medicina di genere della Cgil nazionale -. Sappiamo gli effetti che ha avuto sul carcere, quelli che ha avuto sulle persone che fanno uso di sostanze e gli effetti che ha avuto nell’organizzazione dei servizi. In questi anni abbiamo assistito alla criminalizzazione delle persone e allo stigma anche degli operatori che lavorano nei servizi rivolti alle dipendenze”.
Al mondo della politica la richiesta di prendere una posizione e “di assumere il tema delle droghe non in maniera esclusivamente emergenziale – ha aggiunto Amerini -, di convocare la Conferenza e di istituire gli organismi previsti dalle norme. Già a marzo 2019 avevamo inviato una lettera di diffida al governo, lettera che non ha mai ricevuto alcuna risposta”. Per questo, ha aggiunto Amerini, a Milano “vogliamo discutere di come si possa produrre il cambiamento, di come pensare e agire politiche ufficiali nei confronti dell’uso e dell’abuso di sostanze”. Tra i tanti temi da affrontare nella Conferenza autoconvocata anche quello della riduzione del danno e della limitazione dei rischi. “La riduzione del danno è entrata nei livelli essenziali di assistenza ormai dal 2017 – ha aggiunto Amerini – ma ad oggi ben poco, troppo poco, è stato fatto riguardo a questa pratica che ha dimostrato ampiamente il proprio valore e la propria efficacia”.
Di legge “ingiusta” e “inefficace”, riferendosi alla 309 del ’90, ha parlato Fabrizio Mariani, del Cnca. “La legge sulle droghe attuale esprime un approccio securitario, punitivo e ha dimostrato in questi 30 anni la sua palese inefficacia – ha aggiunto Mariani -. Inefficacia che si è espressa anche con dati ed evidenze scientifiche, ma lo vediamo dalla stessa Relazione al Parlamento licenziata non molto tempo fa: un aumento delle morti per overdose, un aumento delle persone incarcerate per una interpretazione discrezionale dell’art. 73 della legge 309 e un aumento della disponibilità sul mercato dell’eroina così come un maggiore accesso in termini quantitativi da parte dei giovani delle nuove sostanze psicoattive”. Per questo, ha aggiunto Mariani, occorre “una profonda riflessione dal punto di vista normativo, dell’organizzazione e della messa a disposizione di servizi che possano correre al passo con i tempi – ha specificato -, con bisogni nuovi e correlati a nuove sostanze, nuove tipologie di consumo e nuove fasce di popolazione che consumano sostanze”.
Altro tema su cui si lavorerà alla Conferenza autoconvocata di Milano sarà di sicuro quello della diffusione dei servizi sul territorio nazionale. “Attualmente in Italia c’è un’estrema frammentarietà – ha spiegato Mariani -. Ogni regione ha un proprio sistema e una propria organizzazione. Come i servizi di riduzione del danno e limitazione dei rischi, centrali e strategici nel nostro lavoro, che tuttavia mancano in tutto il Centro Sud Italia. O come anche le misure alternative alla detenzione spesso e volentieri disattese per problemi dei territori”.
Alla Conferenza autoconvocata non mancheranno i consumatori, come ha raccontato Alessio Guidotti, presidente di Itanpud, il network italiano delle persone che utilizzano droghe. “La presenza di una rappresentanza dei consumatori è sicuramente un grande punto di cambiamento – ha sottolineato Guidotti -. La voce dei consumatori che non è qualcosa di simbolico. Speriamo che questa conferenza sia un punto di partenza per avviare un percorso verso un cambiamento reale”. Della necessità di un “cambio di rotta radicale” nelle politiche ha parlato anche Stefano Vecchio del Forum Droghe, secondo cui è necessario passare “da politiche incentrate sulla patologizzazione a politiche centrate sul governo del fenomeno – ha aggiunto -. I fenomeni sociali vanno governati con politiche adeguate, così come accade a livello internazionale in molti paesi”.
Tra gli interventi anche quello di Franco Corleone, garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Regione Toscana e da sempre impegnato in prima linea sul tema delle droghe e delle dipendenze. Secondo Corleone, la questione delle droghe è stata “declinata nel mondo e in Italia come questione criminale – ha spiegato -. I dati sono imponenti: 1,3 milioni di giovani dal 1990 ad oggi segnalati alle prefetture, l’80% solo per essere stati colti nel fumare uno spinello. In carcere abbiamo oltre il 35% fra le presenze in carcere per violazione dell’art. 73 che riguarda la detenzione di sostanze stupefacenti”. A questi numeri, ha aggiunto Corleone, si aggiungono anche nuove preoccupazioni per il futuro. “A Milano dobbiamo lanciare una mobilitazione di tutti i soggetti interessati perché abbiamo dei rischi tremendi – ha spiegato Corleone -. Nella commissione Giustizia della Camera è incardinata la proposta Salvini per abolire la previsione dei fatti di lieve entità per quanto riguarda il cosiddetto piccolo spaccio. Significa che da 60 mila detenuti in carcere rischiamo di arrivare a 70 mila presenze di persone che non hanno alcuna ragione di essere incarcerate. Questo sarà uno dei temi della conferenza”.
A chiudere la conferenza stampa l’intervento del deputato Riccardo Magi che ha ringraziato gli organizzatori della Conferenza autoconvocata di Milano per aver svolto “ancora una volta un ruolo di supplenza rispetto alle istituzioni”, ha spiegato Magi. “La conferenza triennale dovrebbe essere uno strumento fondamentale per il lavoro dei legislatori – ha aggiunto Magi -. La conferenza, unitamente alle Relazioni annuali, è uno strumento essenziale per prendere atto dei risultati dell’applicazione della normativa e orientarsi in direzione di modifiche della normativa stessa”. Secondo Magi, sul tema delle droghe c’è una “banalizzazione”, una “strumentalizzazione”, ma anche una “rimozione”. “Veniamo da settimane di scontro sul tema della giustizia focalizzato unicamente sulla questione della prescrizione – ha sottolineato Magi -, chiedendosi poi come attuare misure deflattive rispetto ai processi e non si è discusso del motivo principale per cui le persone finiscono in carcere nel nostro paese. Questo dimostra tutta la distorsione che c’è da un punto di vista mediatico e di quello che si offre all’opinione pubblica”.(ga)