Cifre che fanno paura. Migliaia di euro giocate in un anno. A Salerno si calcola che le giocate pro-capite superino i 2.500 euro. Una cifra che la fa piazzare al 269esimo della classifica generale dei comuni italiani per i soldi spesi in giochi gestiti dallo Stato e alle slot machine. A questo fiume di denaro, però, sfuggono le scommesse clandestine. Nei primi 5 mesi del 2019, la Guardia di Finanza ha scovato 8 punti clandestini di raccolta scommesse.
In città, purtroppo, le persone a rischio ludopatia stanno aumentando. Dal lotto e dalle giocate online alle scommesse ippiche e i gratta e vinci, fino all’Eurojackpot. A rischio sono soprattutto i giovani. In crescita anche il numero di giocatrici d’azzardo. Persone appartenenti a ogni strato sociale. Un esercito che si moltiplica enormemente se si considerano le implicazioni famigliari, affettive ed economiche che la patologia comporta. Complice la presenza diffusa di agenzie di scommesse e sale slot. In base agli ultimi dati disponibili, i salernitani spendono quasi 65 milioni di euro alle slot machine e 156 milioni in Videolottery. Dati allarmanti, tanto che lo stesso Direttore del Dipartimento delle Dipendenze dell’Asl di Salerno Antonio De Luna ha varato un piano di azione per contrastare il gioco d’azzardo su tutto il territorio provinciale. L’Azienda sanitaria locale di Salerno ha il maggior numero di cittadini presi in carico da tutte le Asl della Regione Campania per disturbo da gioco d’azzardo. Nel 2017 i pazienti curati dai servizi del Dipartimento delle Dipendenze sono stati 560 sui 1.770 seguiti da tutte le altre Asl della Regione.
Ma il problema non riguarda soltanto la città di Salerno. Nocera Inferiore e Scafati seguono a poca distanza il capoluogo di provincia nella classifica dei comuni salernitani per quote di denaro giocate. Numeri enormi: quasi 2.200 euro all’anno a persona in tutti e due i comuni. Una cifra pari a due stipendi, mandati in fumo. Per arginare il problema, a maggio scorso il consiglio comunale di Nocera Inferiore ha approvato un regolamento destinato alle sale slot in città.
Anche in altri centri della provincia di Salerno si sta provando a correre ai ripari. Ma la corsa al gioco non si arresta. E non c’è crisi economica che tenga. Persino nei comuni dove il reddito pro-capite è più basso, come nel caso di Eboli dove si arriva a spendere fino a 1.400 euro all’anno per il gioco d’azzardo. Ma a sud di Salerno il record di giocate va a Battipaglia, con una spesa di oltre 1.800 euro a testa. Un dato allarmante per una città con un reddito pro-capite annuo inferiore ai 16 mila euro.
Ancora più inquietante è quello che accade nelle zone più a sud della provincia salernitana, per l’esattezza a Sicignano degli Alburni, dove si arriva addirittura a superare i 3 mila euro all’anno di giocate, a fronte di un reddito annuale pro-capite di 12 mila euro. Stesso dato a Padula. Nella città della Certosa di San Lorenzo si sfiora la cifra giocata a Sicignano degli Alburni.
Alla città certosina, seguono Vallo della Lucania con una spesa di 2.792 euro, Sassano con 2.325 euro, Sapri con 2.267 euro, Capaccio con 2.110 euro e altri comuni del Parco nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni. Dietro questi numeri, purtroppo, ci sono stipendi inghiottiti dal vizio, malattie, vite rovinate e famiglie sfasciate. Drammi veri, altro che gioco.