La bellezza di questo Centro «non è cosmesi»: il racconto di GiorgioGrandi, capo-progetto per l’ospedale ugandese Pragmatismo, quello di chi si ostina a ottenere, anche in modo talvolta spregiudicato, risultati concreti. Sperimentazione, per rinnovare tecniche costruttive secolari e traghettarle nel “nuovo” millennio. Infine, una «scandalosa bellezza», richiesta da un illuminato e visionario committente, il cui nome – che non necessita di presentazioni –è Gino Strada. Il luogo è d’eccezione. Lo scopo anche. Il centro pediatrico sorge su un terreno circondato dal verde, non lontano dalle rive del Lago Vittoria. «È davanti al lago, a 1.200 metri di altitudine, quindi di per sé è un luogo salubre, immerso nel verde, veramente ha tutti i caratteri per poter fornire anche quella bellezza curativa che si cerca in un ospedale», racconta Giorgio Grandi, architetto e capo-progetto per l’ospedale ugandese, ex partner e oggi fellow del RPBW. Seppure oggi il concetto di «healing architecture» non sia solo poesia, ma suffragato da un’evidenza scientifica, non può bastare per descrivere un ospedale di Emergency. Così, anche la parola bellezza non poteva reggersi da sola, ma necessitava di un aggettivo: «scandalosa».
Autore dell’inusuale accostamento di parole – riferisce ancora Grandi – è stato Gino
Strada, «ma non è una battuta, la bellezza scandalosa è un valore fondante per l’ospedale di Emergency», sottolinea l’architetto. «Ma non è cosmesi, non è solo estetica», avverte, ricordando il legame inscindibile tra le parole «bello» e «buono» in tante civiltà mediterranee, a partire dal «kalos kai agathòs» dei Greci, e ripercorrendo un pensiero espresso pubblicamente in alcune occasioni da Renzo Piano. Insomma, ciò che è bello non può che essere anche buono e viceversa. Come a dire che la bellezza estetica, che non necessita di prodezze formali, cela l’anima buona delle cose, l’utilitas, che in questo caso si identifica con la cura gratuita e d’eccellenza ai bambini africani. «E, la cura gratuita in Africa, la cura di altissimo livello,
è comunque un elemento di scandalo», aggiunge Grandi. Rivendicare il diritto universale alla salute è il tema che si concretizza con l’architettura. E, in questo quadro, la bellezza non può che essere cruciale perché la pari dignità tra esseri umani, il rispetto, l’azione del “prendersi cura”, trovano la massima espressione nel diritto – anch’esso universale – a vivere in spazi accoglienti, confortevoli,
rassicuranti, meglio ancora se rispecchiano l’identità locale. L’ospedale, inoltre, funzionerà anche come centro di alta formazione per personale medico e paramedico.
da professionearchitetto.it