I bambini sono una delle fasce della popolazione più esposte al rischio di disagio. Non è un caso, dunque, ogni anno, che il 20 novembre si celebri la Giornata mondiale dei diritti dei bambini. Un giorno importante, che porta l’attenzione su quei milioni di esseri umani, di età inferiore ai diciotto anni, che spesso vivono situazioni di difficoltà fisica, psicologica e sociale. Ma quali sono le condizioni dei minori nel mondo?
La situazione dei minori in Italia
Nella sola Italia, secondo l’Istat sono circa 1,1 milioni i minori che vivono in assoluta povertà. Stando ai dati di una recente ricerca di Eurostat, invece, circa 3,5 milioni di minori sono a rischio povertà. Secondo uno studio di Save the Children, un bambino su 20 non possiede dei giochi e un bambino su 10 non può praticare sport o corsi extra-scolastici. I bambini di quattro famiglie italiane su dieci soffrono il freddo. Un minore su quattro, poi, vive in ambienti umidi e con le pareti ricoperte di muffa. Fra i dati più preoccupanti, quello dell’alimentazione. Oltre un minore su venti non riceve un pasto proteico al giorno. Le conseguenze di questa situazione si misurano in un’istruzione scarsa e in una salute più precaria per i bambini più poveri.
La situazione dei bambini nel mondo
Quella dell’Italia, sebbene sia preoccupante, chiaramente non è una delle situazioni peggiori. Secondo Save the Children, nel mondo vi sono 570 milioni di bambini che vivono in povertà, mentre 750 milioni sono i minori che sono vittime di deprivazioni. Rischiano di finire in povertà, poi, altri 950 milioni di bambini.
Una povertà che, diversamente da quanto si potrebbe pensare, non riguarda solo l’alimentazione. Altre forme di privazione, riguardano la possibilità di fare sport, attività extra-scolastiche e altro ancora. Tutte privazioni che finiscono per influire negativamente sullo sviluppo fisico e psicologico del minore.
Nel mondo, circa il 30% della povertà minorile vive nei paesi a basso reddito, dove spesso sono in corso anche dei conflitti. Parte dei bambini poveri, poi, si trovano nei paesi a reddito medio. Qui, l’esclusione sociale raggiunge vette altissime proprio per le grandi disparità che si registrano nella popolazione. Anche nei paesi a reddito alto, infine, vi sono minori in condizioni di povertà Circa 30 milioni di minori poveri vivono nei paesi OCSE e circa il 27% dei minori che vivono in Unione europea è a rischio povertà.
Com’è nata la Giornata mondiale dei diritti dei bambini
In realtà, la Giornata mondiale dei diritti dei bambini celebra l’approvazione della Convenzione internazionale sui Diritti dell’infanzia. Il 20 novembre del 1989, a New York, l’Assemblea Generale delle Nazioni unite posero le basi per la tutela dei minori. L’Italia, con la legge n. 176 del 27 maggio 1991, è stato uno dei 194 Stati del mondo che hanno ratificato la Convenzione.
Con la Convenzione, gli Stati che vi hanno aderito si sono impegnati a rispettare i diritti fondamentali degli esseri umani di età inferiore ai diciotto anni. Fra tali diritti, la protezione del suo benessere, della propria identità, dallo sfruttamento, dai maltrattamenti e così via. In realtà, già nel 1924 furono gettate le basi della Convenzione. All’interno della Convenzione di Ginevra, per la prima volta si fece riferimento ai minori. Nel 1948, poi, fu promulgata la Dichiarazione dei Diritti del Fanciullo. Nel 1978, fu la Polonia a imprimere un nuovo impulso alla legislazione in materia di protezione dei minori. In occasione dell’Anno internazionale del bambino, che si sarebbe tenuto nel 1979, il governo polacco propose l’idea di una Convenzione. Solo nove anni dopo l’Assemblea Generale delle Nazioni unite la approvò.
Cosa dice la Convenzione sui Diritti dell’infanzia
La Convenzione si divide sostanzialmente in due parti. La prima è un preambolo che prende in considerazione la Carta delle Nazioni unite del 1945, la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, la Dichiarazione dei diritti del fanciullo, l’attenzione per i minori in difficoltà e l’importanza della cooperazione internazionale.
La seconda parte della Convenzione, invece, si costituisce di 54 articoli, senza alcuna suddivisione. Ciò perché, secondo i proponenti, ciascun articolo aveva pari importanza. Quattro, invece, sono i principi a cui la Convenzione si ispira:
- principio di non discriminazione;
- superiore interesse del bambino;
- diritto alla vita, alla sopravvivenza e allo sviluppo;
- condiascolto delle opinioni del bambino.