Ilaria, com’è parlare del Caffè 21 Marzo?
Stare qui oggi, dopo quasi due anni di lavoro, ha un sapore particolare che passa dalla soddisfazione di avercela fatta alla consapevolezza che tutto deve ancora avvenire. Questo luogo potrebbe diventare un riferimento per i battipagliesi che hanno voglia di collaborare e mettersi in gioco per iniziare a lavorare a una città migliore, fondata sull’onestà, sulla legalità e soprattutto sulla collaborazione rivolta al bene comune.
Raccontaci il percorso del progetto.
Il Caffè 21 Marzo è il risultato di un cammino lungo, iniziato grazie a Libera al fianco della triade commissariale di Battipaglia. Questa, appena giunta in città, si è subito resa conto dell’importanza sociale che poteva rappresentare il riaffido alla società civile, come da normativa, dei beni confiscati alla camorra. Nasce da questa collaborazione il bando per l’assegnazione di questo bene, come centro di aggregazione socio-culturale. Parallelamente la creazione di opportunità lavorative alle categorie svantaggiate, gestendo l’attività commerciale nello stile dell’economia sociale. Sei realtà molto diverse tra loro decidono allora di mettersi insieme, in un’associazione temporanea di scopo denominata P’o ben r’o paes. Il gruppo scout Agesci Battipaglia 1, l’associazione di promozione sociale Mariarosa, l’associazione culturale Back to Life, il circolo Vento in faccia di Legambiente, l’ICATT di Eboli e la cooperativa sociale Lazzarelle, uniti per un solo scopo, vincono il bando emesso dal Comune e prendono l’affidamento in comodato d’uso gratuito del bene.
Cosa vorresti dire ai nostri Lettori?
Non sentite questo luogo come un posto in cui consumare, ma come un posto da consumare. Da vivere giorno per giorno. Da impreziosire col lavoro di ognuno di noi. Colgo l’occasione per ringraziare tutti coloro i quali hanno accompagnato la nostra scelta di impegno ogni giorno, e grazie per il percorso che affronterete insieme a noi. Una responsabilità così grande, non potremmo sostenerla da soli.
L’8 luglio 2015, per la prima volta in provincia di Salerno, un bene confiscato alla criminalità organizzata è stato restituito alla collettività. È nato così il Caffè 21 Marzo, che ormai da oltre un anno opera su un territorio difficile come quello di Battipaglia. Insieme al suo volto storico di questo bene, Ilaria Sole, andiamo a conoscere il suo percorso.
Cosa rappresenta il Caffè 21 Marzo?
Un luogo confiscato alle mafie, all’antistato, a chi lucrava sulle disgrazie altrui, diventa un ritrovo dove la società civile e la cultura sono padroni, quasi autogestendo il nostro Caffè 21 Marzo. E dico nostro non a caso, perché è giusto dire che il sogno potrà avverarsi solo se non saremo lasciati soli, se presidierete al nostro fianco il nostro territorio, se con noi darete voce alle vostre necessità, se lo spirito di servizio diventerà il fulcro della crescita e del rinascimento battipagliese. Il 21 marzo, primo giorno di primavera, a simboleggiare la rinascita di una città intera, il giorno della memoria delle vittime innocenti delle mafie, ricordando che non siamo qui a commuoverci, ma a muoverci utilizzando come motore la rabbia generata da chi per anni ha abusato del proprio potere ledendo la libertà altrui.
Cos’è il Caffè 21 Marzo?
Questo posto non è solo un bar, nonostante abbia tutti i permessi in regola per esserlo, ma è in primis un luogo di scambio culturale, di insegnamento attraverso corsi gratuiti per tutte le età, di condivisione delle risorse nello stile della banca del tempo, di educazione su temi sociali e ambientali e di ritrovo per chi ha voglia di divertirsi e stare insieme in maniera costruttiva. Ognuno è attore del Caffè 21 Marzo, ognuno mette a disposizione il proprio tempo e le proprie conoscenze a favore della causa, creando quel collettivo positivo che ha voglia di migliorarsi, migliorando anche ciò che lo circonda.