Si è conclusa il 12 febbraio la campagna di ricerche archeologiche 2025 nelle Grotte di Pertosa-Auletta, uno dei più importanti siti ipogei del Geoparco Cilento, Vallo di Diano e Alburni, in provincia di Salerno. Gli scavi, avviati nella seconda metà di gennaio, hanno portato alla luce un’antica struttura di culto di epoca ellenistica (IV-I secolo a.C.), situata lungo il corso del fiume sotterraneo che attraversa la cavità.
Un santuario nascosto tra le rocce
L’individuazione di questa area sacra rappresenta un tassello fondamentale per la comprensione delle pratiche rituali nell’antichità. Numerosi reperti recuperati dagli archeologi saranno ora sottoposti a studi specialistici per approfondire la funzione e l’importanza del sito. In parallelo, sono proseguite le indagini sulla palafitta protostorica, una struttura unica in Europa per la sua posizione in un ambiente ipogeo. Gli esperti hanno individuato nuove estensioni della palafitta e raccolto campioni di legno per future analisi di laboratorio.
Un progetto pilota per l’archeologia ipogea
La campagna di scavi ha visto anche il coinvolgimento dell’Istituto Centrale per l’Archeologia (ICA), ente del Ministero della Cultura, che ha avviato una collaborazione con la Fondazione MIdA, concessionaria delle ricerche. L’accordo ha dato vita a un progetto pilota mirato alla definizione di standard metodologici per l’archeologia ipogea, un settore ancora poco esplorato in Italia.
Turismo culturale e nuove ricerche nel 2026
Le attività di scavo riprenderanno nel 2026, durante il consueto periodo di fermo biologico del sistema sotterraneo, quando le visite turistiche vengono sospese per preservare l’equilibrio ecologico della grotta. Nel frattempo, le recenti scoperte saranno al centro del convegno “Lungo le acque oscure. Archeologia delle Grotte di Pertosa-Auletta”, in programma il 22 febbraio nell’ambito di TourismA 2025, il Salone dell’Archeologia e del Turismo Culturale di Firenze.
L’evento vedrà la partecipazione di autorevoli esperti, tra cui Irma Della Giovampaola (direttore dell’ICA), Maria Rosaria Carfagna (presidente della Fondazione MIdA), Felice Larocca (direttore del Centro di ricerca speleo-archeologica “Enzo dei Medici” e del Museo Speleo-Archeologico di Pertosa), Alessia Fuscone (funzionario archeologo dell’ICA) e Lorenzo Mancini (funzionario archeologo della Soprintendenza di Salerno e Avellino).
Un’occasione per portare all’attenzione del grande pubblico il valore scientifico di questo straordinario complesso archeologico, che continua a rivelare preziose testimonianze di epoche lontane.